ASTRONAUTI ITALIANI: ROBERTO VITTORI – MALUMORI NELLA PULSAR DEL GRANCHIO

Roberto Vittori nasce a Viterbo il 15 ottobre 1964 ed è tenente colonnello dell’Aeronautica Militare Italiana; nel 1989 si laurea presso l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli.

Roberto Vittori
Roberto Vittori

Nel 1986 ha conseguito il brevetto di Pilota Militare negli USA, mentre nel 1995 ha conseguito il titolo di Pilota Collaudatore Sperimentatore presso la U.S. Navy Test Pilot School di Patuxent River, in Maryland; ha all’attivo più di 2000 ore di volo su diversi tipi di aeromobili.  Tra il 1996 e il 1997 frequenta e completa i corsi di Prevenzione Incidenti presso l’Istituto per la Sicurezza del Volo dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana a Guidonia, e il corso Accident Investigation Course presso la U.S. Air Force Safety School di Kirtland, nel New Mexico. Nel 2006 consegue il diploma presso NATO Defense College.

Nel luglio 1998 viene selezionato come astronauta dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dall’ESA; nell’agosto 1998 Vittori viene trasferito al Johnson Space Center della NASA, a Houston e segue il programma di formazione che abilita gli astronauti alle missioni a bordo dello Space Shuttle e della Stazione Spaziale Internazionale. Completata la preparazione come Specialista di Missione, Vittori porta a termine alcuni incarichi tecnici presso lo Space Shuttle Operations Systems Branch.

Roberto Vittori
Roberto Vittori

Nell’agosto del 2001 inizia l’addestramento presso il Yuri Gagarin Cosmonaut Training Centre vicino a Mosca. Dal 25 aprile al 5 maggio 2002 raggiunge la ISS con la capsula Soyuz nella missione “Marco Polo”  (TM 34); la missione prevede una serie di esperimenti a bordo richiesti dal programma europeo.

Rientra poi negli Stati Uniti dove indagherà sulle cause dell’incidente dello Space Shuttle Columbia avvenuto nel febbraio del 2003; Vittori farà parte del ”Tiger Teams” al Johnson Space Center durante questo periodo di indagini. nell’ottobre del 2004 ritorna a Mosca per proseguire l’addestramento Yuri Gagarin Cosmonaut Training Centre.

Roberto Vittori
Roberto Vittori

Dal 15 al 25 Aprile 2005 si svolge la missione”Eneide” (TMA-6), raggiunge così per la seconda volta la Stazione Spaziale; in questa missione, Vittori è ingegnere di volo sia all’andata che al ritorno. E’ quindi il primo astronauta europeo a essere stato insignito della qualifica di COMANDANTE SOYUZ. Nella missione “Eneide”, Vittori esegue una serie di esperimenti di affaticamento fisico e germinazione di semi di piante erbacee.

Nel 1997 viene insignito della Medaglia di lungo servizio dell’Aeronautica Militare Italiana. Nel 2002 riceve la Medaglia d’ oro al Valore Aeronautico dal Presidente della Repubblica Italiana. Nel 2005 viene insignito dello speciale riconoscimento di ‘Commendatore della Repubblica’ dal Presidente della Repubblica Italiana.

Roberto Vittori
Roberto Vittori

Nell’agosto del 2009 è stato scelto per la STS 134 Space Shuttle Endeavour che partirà domani 16 maggio 2011 alle 14.56 ora italiana. L’incarico affidato è quello di spacialista di missione. Per chi fosse interessanto, può accedere al suo blog. (Fonte: asi.it)

Ricordo a tutti la partenza dello Shuttle Endeavour domani 16 maggio 2011 alle 14.56 ora italiana. Potete accedere alla diretta del lancio anche nella sezione live di questo blog. Il commento sarà in italiano a cura del team di Astronauticast.

Il superflare della nebulosa del Granchio.

La Nebulosa del Granchio è ciò che resta dell’esplosione di una stella. Osservata e catalogata dagli astronomi cinesi e arabi dell’epoca, la supernova si rese visibile il 4 luglio 1054. La nebulosa formatasi in seguito è stata osservata per la prima volta da John Bevis nel 1731 ed è il primo oggetto del catalogo di Messier (M1). Si trova nella costellazione del Toro a 6500 anni luce da noi. La sua estensione è di più di 6 ann luce e la sua velocità di espansione è di 1500 km/sec. Al suo interno alberga il resto della stella che è esplosa: una pulsar. Questi sono fra gli oggetti più veloci che si conoscano, quando si parla di rotazione sul proprio asse; questa in particolare compie 30 giri ogni secondo!!!!!! Essendo stelle di neutroni, la loro densità è altissima.

Nebulosa del Granchio - Credits: NASA/Hubble
Nebulosa del Granchio - Credits: NASA/Hubble

Il 12 aprile 2011 la pulsar ha emesso il brillamento più potente mai registrato da questo oggetto: ben 5 volte maggiore rispetto al precedente; non solo, la durata dell’evento è stato di 6 giorni!! A notarlo per primo  è stato il Telescopio Fermi (che lavora sui lampi gamma). Bisogna accennare al fatto che già a gennaio di quest’anno, ben 3 diversi telescopi avevano osservato un mutamento nelle emissioni a raggi X di questo oggetto, sfatando così il mito che si tratta di un oggetto a emissione X cosatante!

Pulsar della Nebulosa del Granchio - Credits: NASA/Hubble/Chandra
Pulsar della Nebulosa del Granchio - Credits: NASA/Hubble/Chandra

Alice Harding della NASA ha detto: “Questo tipo di super-flare sono esplosioni intense che non avevamo mai rilevato fino a oggi; sono degli eventi ancora misteriosi. Pensiamo che possano essere stati causati da un riassestamento improvviso del campo magnetico non troppo lontano dalla stella a neutroni, ma esattamente cosa stia succedendo è un mistero.” Secondo la fisica teorica, i flare (e super-flare) di questi oggetti dovrebbero avvenire distanti dalla stella e non sulla sua superficie: per la precisione a 1,3 anni luce di distanza dalla pulsar in questione, ma ancora non ci sono conferme dalle osservazioni dirette. Questo tipo di cambiamenti al campo magnetico della pulsar, possono accelerare le particelle come gli elettroni fino a velocità relativistiche. Man mano che questi elettroni ad alta energia interagiscono con il campo magnetico, emettono raggi gamma. In questo caso, gli elettroni vicini alla pulsar del Granchio, dovrebbero avere energie 100 volte maggiori a quelle che riesce a produrre un qualsiasi acceleratore di particelle sulla Terra. Questo li rende gli elettroni più energetici associati a una fonte galattica. Basandosi sulle variazioni nelle emissioni di raggi gamma visti ad Aprile 2011, gli scienziati stimano che la dimensione della regione che emette le radiazioni dovrebbe essere comparabile alla dimensione del Sistema Solare.

Nebulosa del Granchio - Credits: VLT
Nebulosa del Granchio - Credits: VLT

Ha spiegato Martin Weisskopf: “Grazie all’allerta lanciata da Fermi, siamo stati abbastanza fortunati da riuscire a osservare la nebulosa quando le emissioni erano al massimo, ma nonostante l’eccellente risoluzione del Telescopio Chandra, non abbiamo rilevato alcun cambiamento nella struttura a raggi X della nebulosa e della pulsar, che chiaramente dovrebbero essere associati al gigantesco flare osservato.” (Fonte: nasa.gov)

Un interessante video mostra la dinamica dell’attività della pulsar del Granchio.

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetto" nel banner

Dal Cosmo è tutto…….

Francesca