PONTI GALATTICI – ASILO STELLARE NELL’ORIONE

Tra una galassia e l’altra.

E’ stato recentemente scoperto un ponte che unisce due ammassi di galassie (Abell 399 e Abell 401) distanti fra loro 10 milioni di anni luce. Il ponte di materia che collega direttamente i due ammassi è stato scoperto dal satellite Planck durante la sua osservazione della radiazione cosmica di fondo.

Il meccanismo di osservazione di Planck, lo porta a evidenziare le minime variazioni che può subire la radiazione cosmica di fondo secondo il principio dell’effetto SZ (dagli scopritori Sunyaev-Zel’dovich); osservando l’universo lontano nella zona di questi due ammassi galattici, il satellite ha scoperto questo ponte di gas dall’incredibile temperatura di 80 milioni di gradi, che mette in comunicazione Abell 399 e Abell 401.

Il ponte fra Abell 399 e Abell 401 - Credits: Sunyaev-Zel'dovich -ESA & Planck - STScI Digitized Sky Survey
Il ponte fra Abell 399 e Abell 401 - Credits: Sunyaev-Zel'dovich -ESA & Planck - STScI Digitized Sky Survey

Barbara Negri, responsabile ASI dell’Esplorazione e Osservazione dell’Universo dichiara che «Da un lato si conferma la potenzialità dell’effetto Sunyaev-Zel’dovich nel dare preziose informazioni sullo stato del mezzo intergalattico, dall’altro si evidenzia come Planck, che fu progettato per scopi prettamente cosmologici che non astrofisici, si stia comportando in realtà come se fosse anche un meraviglioso osservatorio astrofisico spaziale».

L’Universo alle sue origini si pensa fosse pervaso da questi filamenti e nelle sue congiunzioni con altri filamenti si sono formate le galassie primordiali. E’ comunque difficile tutt’ora osservare questo gas filamentoso che permea il mezzo intergalattico; forse Planck ci ha dato una nuova speranza. (Fonte: gravita-zero.org )

Un nuovo asilo stellare nella Nebulosa di Orione.

Attraverso il telescopio CFH Telescope è stato scoperto un ammasso di stelle apparentemente indipendente dalla splendida Nebulosa di Orione. Si tratta di NGC 1980, che secondo la nostra prospettiva ottica, si trova proprio davanti alla nebulosa. Secondo le osservazioni, l’ammasso stellare si troverebbe raggruppato in modo non omogeneo attorno alla stella iota orionis e sarebbe leggermente più vecchio rispetto alle stelle della Nebulosa.

Nebulosa di Orione (M 42)Ammassi Stellari
Nebulosa di Orione (M 42) - Copyright degli aventi diritto

Hervé Bouy, del Centro Europeo di Astronomia Spaziale di Madrid ha detto “E’ necessario continuare a monitorare l’intera regione della Nebulosa, per districare queste due popolazioni miste, stella per stella, al fine di comprendere la regione, la formazione stellare negli ammassi e perfino le prime fasi di formazione dei pianeti.”

Nebulosa di Orione (M 42) - Una mappa della densità stellare nella regione della Nebulosa di Orione - Credits: J. Alves & H. Bouy
Nebulosa di Orione (M 42) - Una mappa della densità stellare nella regione della Nebulosa di Orione - Credits: J. Alves & H. Bouy

João Alves dell’Università di Vienna afferma che:  “E’ difficile capire come queste nuove osservazioni possano rientrare in uno qualsiasi dei modelli teorici esistenti sulla formazione degli ammassi e questo è il punto, perché suggerisce che ci possa mancare qualcosa di fondamentale. E’ molto probabile che quello dei raggruppamenti sia il modo di formazione stellare più diffuso nell’Universo, ma siamo ancora lontani da capire perché ciò accada.”

Nebulosa di Orione (M 42) -  Una mappa della densità stellare nella regione della Nebulosa di Orione - Credits: J. Alves & H. Bouy
Nebulosa di Orione (M 42) - Una mappa della densità stellare nella regione della Nebulosa di Orione - Credits: J. Alves & H. Bouy

La Nebulosa di Orione si rivela sempre uno degli oggetti più interessanti del cielo, infatti gli astronomi e astrofisici la prendono a modello per molte osservazioni dirette sulla formazione di giovani stelle e sistemi planetari. Un vero scrigno d’oro nel giardino di casa. (Fonte: coelum.com )

Varie ed eventuali.

1. Ci siamo!!! MSL (detto Curiosity dagli amici) pare abbia trovato qualcosa di importante sul suolo marziano! All’annuncio della NASA che un’importante scoperta è stata fatta e a breve ci sarà l’annuncio ufficiale, si sono subito scatenate tutte le possibili ipotesi del caso; lungi da me smorzare gli animi, ma è giusto prendere questi annunci per quello che sono: annunci! Fino a quando non verrà snocciolato il succo di questa storia, è bene andare con calma e gustarsi l’attesa senza esagerare con la fantasia. Con molta probabilità è qualcosa legato alla presenza di molecole organiche (che non necessariamente significano vita come la intendiamo noi, ma semplicemente i “mattoni” della vita stessa).  Infondo Curiosity è li per questo….un pò di suspance non guasta e se la notizia non sarà quella degli omini verdi, non disperiamo, sarà comunque un’importante  scoperta…..

Marte - Un'immagine in dettaglio di una roccia marziana scattata da Curiosity - Credits: NASA-JPL-Caltech-MSSS
Marte - Un'immagine in dettaglio di una roccia marziana scattata da Curiosity - Credits: NASA-JPL-Caltech-MSSS

2. Diffusa oggi una stupenda foto del polo nord di Saturno, con il dettaglio su un vortice di nubi e gas dell’atmosfera del pianeta. Non serve aggiungere altro se non la foto per poterla ammirare in tutta la sua bellezza.

Saturno: immagine del Polo Nord del pianeta ripreso dalla sonda Cassini - Credits: NASA-JPL-Space Science Institute
Saturno: immagine del Polo Nord del pianeta ripreso dalla sonda Cassini - Credits: NASA-JPL-Space Science Institute

3. Incredibile eruzione solare (CME) ripresa da più satelliti e messa in un video. L’eruzione è avvenuta il 31 agosto 2012, ma ne vale la pena rivederla per bellezza e potenza.

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Francesca