ALMA MIGLIORA “L’OSSERVAZIONE” DELLA MATERIA OSCURA

Nuove misurazioni più accurate di un gruppo di galassie in collisione, sembrano indicare che la materia oscura probabilmente interagisce con se stessa e con la materia ordinaria solo attraverso la gravità, incrementando le conclusioni che gli scienziati avevano tratto dalle osservazioni di tre anni prima.

Mappa tridimensionale della materia oscura elaborata da NASA, ESA e R. Massey (CALTECH)

Mentre la materia barionica (cioè la materia di cui siamo fatti noi, le cose che ci circondano, la natura e l’Universo visibile) è pari a un totale del 4,9% del Cosmo, la materia oscura rappresenta circa il 27% dell’Universo; nonostante questo, gli scienziati sanno ancora molto poco di ciò che effettivamente essa è. Non emette o riflette la luce, rendendone molto difficile lo studio. La sua capacità di distorsione dello spazio grazie all’interazione gravitazionale, può tuttavia piegare il percorso della luce in un fenomeno noto come lensing gravitazionale, (soprattutto in prossimità degli ammassi di galassie), il che ha permesso agli astronomi di confermare la presenza della materia oscura stessa. Di fatto è come essere chiusi in una stanza e non sapere se fuori c’è una leggera brezza o totale assenza di vento: solo guardando le foglie di un albero muoversi, possiamo farcene un’idea. L’aria non si vede, ma si vedono i suoi effetti! Così è per la materia oscura quando osserviamo l’Universo su grande scala.

Tre anni fa, un team di ricercatori ha utilizzato il telescopio spaziale Hubble per osservare le galassie che si stanno scontrando nell’ammasso Abell 3827, situato a circa 1,3 miliardi di anni luce dalla Terra nella costellazione australe dell’Indiano. La materia oscura delle galassie appariva sfalsata rispetto alla materia visibile nella collisione; gli scienziati sostenevano potesse indicare che la materia oscura si muovesse sotto l’azione di altre forze oltre alla gravità.

Abell 3827 – Credits: NASA

Lo stesso gruppo di scienziati ha rivisitato questa osservazione per un nuovo studio con il telescopio ALMA (Atacama Large Millimeter / submillimeter Array) in Cile. Il potente strumento è stato in grado di individuare i dettagli che lo Hubble non aveva catturato: la luce infrarossa distorta proveniente da una galassia sullo sfondo. I nuovi dati rivelano la posizione di materia oscura precedentemente non rilevata intorno all’ammasso.

Abbiamo ottenuto una visione a risoluzione più elevata dell’ammasso Abell 3827, usando ALMA rispetto allo Hubble“, ha detto in una dichiarazione Liliya Williams, ricercatrice dell’Università del Minnesota e coautrice del lavoro . “La vera posizione della materia oscura è diventata più chiara rispetto alle nostre precedenti osservazioni.

La nuova immagine che è emersa indica che la maggior parte della materia oscura delle galassie, non ha subito gli effetti della collisione. Ciò suggerisce che la materia oscura percepisce esclusivamente gli effetti della gravità o che interagisce solo debolmente attraverso altre forze. In alternativa, l’ammasso potrebbe muoversi verso la Terra, nel qual caso non ci aspetteremmo di vedere alcun spostamento laterale nella materia oscura, hanno dichiarato gli scienziati. In tal caso, la materia oscura si sarebbe spostata davanti (o l’ammasso indietro), rendendo difficile l’individuazione del disallineamento.

Abell 3827 – Credits: NASA (l’oggetto molto luminoso in basso a destra è una stella della nostra galassia)

Gli astronomi di tutto il mondo continuano a guardare il cielo per trovare indizi sulla natura della materia oscura. Negli ultimi anni, molte nuove ipotesi si sono evolute per spiegare di quale sostanza si tratti mentre gli scienziati usano modelli di computer per avere una migliore idea su cosa cercare. “Le diverse proprietà della materia oscura lasciano segni rivelatori“, ha detto Andrew Robertson, ricercatore presso la Durham University nel Regno Unito e coautore dello studio.

Un test particolarmente interessante è che le interazioni renderebbero questi grumi di materia oscura più sferici“, ha aggiunto Robertson. “Questa è la prossima cosa che andremo a cercare.

Il nuovo lavoro apparirà sulla rivista Monthly Notices della Royal Astronomical Society.

Dal Cosmo è tutto.

CIELI SERENI

(Fonte: space.com )