DA DOVE VENIVA L’ASTEROIDE CHE ESTINSE I DINOSAURI?

Da dove veniva quell’enorme asteroide di 10 km che estinse i dinosauri 66 milioni di anni fa? Forse ora, un gruppo di ricercatori è riuscito a trovare una possibile risposta.
Disegno paleoartistico della ricostruzione dell’impatto – Copyright dell’immagine degli aventi diritto
L’asteroide che si ritiene abbia spazzato via  dinosauri, rettili, anfibi, i piccoli mammiferi e molti vegetali, ovvero la vita sulla Terra circa 66 milioni di anni fa nell’era geologica del Cretaceo, probabilmente proveniva dalla metà esterna della fascia principale degli asteroidi (collocata fra Marte e Giove); questa regione in precedenza si pensava fosse più stabile e che quindi difficilmente potesse produrre materiale che potesse impattare con la Terra. Ma i ricercatori del Southwest Research Institute – SwRI (tra cui il Dr. David Nesvorný, il Dr. William Bottke e il Dr. Simone Marchi), hanno dimostrato che i processi che possono portare i grandi asteroidi di quella regione a schiantarsi sulla Terra, si verificano almeno 10 volte più frequentemente di quanto si pensasse in precedenza; inoltre, la composizione di questi corpi corrisponde a ciò che sappiamo in merito a questo asteroide in particolare e che uccise le forme di vita di fine Cretaceo 66 milioni di anni fa. [nda: noto anche come evento K-T]
Schema della Fascia Principale degli Asteroidi – Credits: HeNRyKus
 
Il team SwRI, ha combinato modelli computerizzati dell’evoluzione degli asteroidi con osservazioni di asteroidi noti per studiare la frequenza dei cosiddetti eventi Chicxulub. Oltre 66 milioni di anni fa, un corpo stimato in circa 10 km di diametro, colpì quella che oggi è la penisola messicana dello Yucatan e formò il cratere Chicxulub, che è di oltre 150 km circa di diametro. [nda: parte di quel cratere è sommerso dalle acque del Golfo del Messico].
Questa massiccia esplosione ha innescato un evento di estinzione di massa che ha posto fine (fra gli altri) al regno dei dinosauri. Negli ultimi decenni, si è appreso molto sull’evento Chicxulub, ma ogni progresso ha portato a nuove domande.
Zona dell’impatto dell’asteroide di 66 milioni di anni fa – Credits: Servizio Geologico del CanadaAlan HildebrandUniversità AthabascaUniversidad Nacional Autónoma de México Universidad Autónoma de Yucatán
 
Bottke ha detto: “Due punti critici ancora senza risposta sono: ‘Qual era la fonte dell’asteroide impattante?’ e ‘Con quale frequenza si sono verificati tali eventi di impatto sulla Terra in passato?‘”.
 
Per sondare l’impatto di Chicxulub, i geologi hanno precedentemente esaminato campioni di roccia risalenti al periodo dell’impatto (che come si è detto, è stimato in un tempo risalente a 66 milioni di anni fa) trovati sulla terraferma, sia in superficie che all’interno di carotaggi (quindi sotto la superficie). I risultati indicano che l’asteroide impattante era simile agli asteroidi della classe delle condriti carboniose, alcuni dei materiali più incontaminati del Sistema Solare. Curiosamente, mentre le condriti carboniose sono comuni tra i molti corpi larghi un miglio (un miglio terrestre=1,60934 km) che si avvicinano alla Terra, nessuno oggi è vicino alle dimensioni necessarie per produrre l’impatto avvenuto a Chicxulub con qualsiasi tipo di ragionevole probabilità.
Abbiamo deciso di cercare dove potrebbero nascondersi i fratelli dell’asteroide impattante di Chicxulub”, ha detto Nesvorný, autore principale dell’articolo che descrive la ricerca.
 
Per spiegare la loro assenza, diversi gruppi passati hanno simulato la rottura di grandi asteroidi e comete nel Sistema Solare interno, osservando le ondate di impatti sulla Terra con il più grande cratere che produsse Chicxulub“, ha detto Bottke, uno dei coautori dell’articolo. “Mentre molti di questi modelli avevano proprietà interessanti, nessuno ha fornito una corrispondenza soddisfacente con ciò che sappiamo su asteroidi e comete. Sembrava che ci mancasse ancora qualcosa di importante“.
 
Per risolvere questo problema, il team ha utilizzato modelli al computer che tracciano il modo con cui gli oggetti sfuggono alla fascia principale degli asteroidi, che come abbiamo detto si trova tra le orbite di Marte e Giove. Nel corso degli eoni, le forze termiche hanno consentito a questi oggetti di andare alla deriva, dove i calci gravitazionali dei pianeti  possono averli spinti in orbite più interne, vicine alla Terra. Utilizzando il supercomputer Pleaides della NASA, il team ha analizzato 130.000 modelli di asteroidi evolversi in questo modo lento e costante; il periodo di studio dell’andamento di questi asteroidi e dei loro spostamenti è stato considerato per un tempo di centinaia di milioni di anni. Particolare attenzione è stata data agli asteroidi situati nella metà esterna della fascia degli asteroidi, la parte più lontana dal Sole per intendersi. Con loro sorpresa, hanno scoperto che asteroidi larghi poco più di 9,5 km provenienti da questa regione, colpiscono la Terra con almeno una frequenza di 10 volte maggiore rispetto a quanto calcolato in precedenza.
Il super-Computer Pleiades della NASA – Credits: NASA
 
Questo risultato è intrigante non solo perché la metà esterna della fascia di asteroidi ospita un gran numero di impatti di condrite carboniosa, ma anche perché le simulazioni del team possono, per la prima volta, riprodurre le orbite di grandi asteroidi sul punto di avvicinarsi alla Terra. “, ha detto il coautore Marchi. “La nostra spiegazione per la fonte dell’asteroide impattante di Chicxulub, si adatta perfettamente a ciò che già sappiamo su come si evolvono gli asteroidi” [nda: in accordo quindi con le teorie predittive].
 
Nel complesso, il team ha scoperto che asteroidi larghi circa 10 km colpiscono la Terra in media una volta ogni 250 milioni di anni, un lasso di tempo che offre ragionevoli probabilità che il cratere Chicxulub si sia verificato 66 milioni di anni fa. Inoltre, quasi la metà degli impatti proveniva da condriti carboniose, in buona corrispondenza con quanto noto su ciò che cadde nell’attuale Golfo del Messico.
 
Questo lavoro ci aiuterà a comprendere meglio la natura dell’impatto di Chicxulub, dicendoci anche dove potrebbero aver avuto origine altri grandi impatti del profondo passato della Terra“, ha detto Nesvorný.
 
La rivista Icarus sta pubblicando un articolo su questa ricerca intitolato “Dark Primitive Asteroids Account for a Large Share of K/Pg-Scale Impacts on the Earth
 
(Fonte: Phys.org)