IL QUASAR PIU’ DISTANTE – CRONO NETTUNO

Il quasar più distante mai osservato prima!

Il telescopio VLT dell’ESO e il telescopio Gemini Nord (entrambi telescopi a terra), hanno osservato il quasar più distante mai visto prima; l’oggetto si trova a ben 12,9 miliardi di anni luce da noi! La luce che ci arriva è quella che il quasar emise 770 milioni di anni dopo il Big Bang!

Ma cos’è un quasar?? Una breve spiegazione è d’obbligo per introdurre l’argomento di questo post.

Il quasar 3C 273 - Credits: Hubble/NASA
Il quasar 3C 273: il lungo filamento sulla destra è un getto di materia espulso dal quasar - Credits: Hubble/NASA

I quasar sono le radiosorgenti più imponenti dell’Universo. 3C 273 nella foto qui, sopra è il più vicino a noi: 3 miliardi di anni luce nella costellazione della Vergine! Visti in un telescopio risultano né più né meno delle stelle, ma quando venne introdotto l’uso dei radiotelescopi, fu subito evidente che la loro natura non poteva essere quella stellare (QUASAR: quasi-stellar radio source). La loro luminosità è altissima tanto da oscurare la galassia che li ospita, ma la loro dimensione non è proporzionale a questa luminosità! Prendendo a esempio 3C 273, la luce emessa da questo oggetto è paragonabile a quella di 1000 galassie contenenti 100 miliardi di stelle ciascuna (la Via Lattea contiene fra i 200 e i 400 miliardi di stelle).

Quasar 3C 175 - Credits: VLA
Quasar 3C 175: estremamente evidente il getto di materia - Credits: VLA

L’emissione elettromagnetica di un quasar ha la caratteristica di essere uniforme lungo tutto lo spettro. La vera natura di questi oggetti è francamente un enigma ancora da sondare; quello che la teoria ci può dire in accordo con quanto osservato fino a ora, è che nell’Universo post-big Bang, il gas a disposizione era molto maggiore rispetto a oggi; questo gas era parte formante delle galassie in evoluzione: quando un buco nero cominciava a interagire con grandi quantità di gas, questi poteva passava alla fase di quasar accendendosi per effetto dell’energia prodotta con l’attrito del gas e delle polveri in caduta libera verso il buco nero stesso.

Dopo questa breve introduzione, passiamo alla notizia vera  e propria: il quasar osservato si chiama ULAS J1120+0641, si trova nella costellazione del Leone e sembra avere una massa di 2 miliardi di soli. Questo dato però ha creato un certo scompiglio negli scienziati, dato che una massa così grande, a soli 770 milioni di anni dopo il Big Bang, è troppo in un tempo estremamente breve, secondo la teoria vigente. La crescita del buco nero, infatti, dovrebbe essere molto più lenta secondo le ipotesi!!

Quasar ULAS J1120+0641 - Credits: VLT
Quasar ULAS J1120+0641 - Credits: VLT

L’età dei quasar è determinabile attraverso il redshift (o spostamento verso il rosso); si tratta di analizzare lo spettro luminoso di un oggetto e vederne la composizione chimica: se l’oggetto si sposta nello spazio rispetto a noi che lo osserviamo (ruota,  si allonta o si avvicina) abbiamo la predominanza in una parte dello spettro. Lo spettro è la carta d’identità dell’oggetto che stiamo osservando e ci può raccontare molto di lui, non solo la sua posizione, ma anche la sua composizione.

Rappresentazione artistica del quasar ULAS J1120+0641 - Credits: Gemini Observatory-AURA by Lynette Cook
Rappresentazione artistica del quasar ULAS J1120+0641 - Credits: Gemini Observatory-AURA by Lynette Cook

La parte che si avvicina a noi sarà molto più spostata verso il blu e quella che si allontana verso il rosso. Più lo spostamento verso il rosso è evidente più l’oggetto è lontano; da qui si può anche dedurre l’espansione dell’Universo. Fino ad ora il redshift maggiore era 6.4, ma  ULAS J1120+0641 ha un valore di 7.1: rappresenta quindi un traguardo insperato per gli astronomi e i cosmologi, ma come si sa, le nuove scoperte portano nuove domande e già il fatto che della massa del buco nero di questo quasar non collima con quanto previsto dalla teoria, crea qualche grattacapo!

Daniel Mortok, autore dell’articolo, dice: “Pensiamo che ci siano solo un centinaio di quasar brillanti con redshift maggiore di 7, in tutto il cielo” (Fonti: universetoday.com e eso.org)

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L’esatta rotazione di Nettuno!

L’ultimo dei pianeti e il 4° gigante gassoso ha ora un tempo preciso di rotazione: 15 ore, 57 minuti e 59 secondi. Lo straordinario risultato è stato raggiunto da Erich Karkoschka, scienziato planetario dell’Università dell’Arizona. Mentre per la rotazione dei pianeti rocciosi, non è difficile dedurne l’esatto periodo dato che sono un corpo unico, per i gassosi non è così e può capitare che il nucleo e gli strati esterni abbiano due moti differenti, ma non solo, per Saturno è stato recentemente osservato come la differenza di rotazione sia evidente anche fra emisfero nord e sud del pianeta. (cfr all’articolo LA DISTONIA DI SATURNO).

Nettuno - Credits: NASA
Nettuno - Credits: NASA

Karkoschka ha scoperto, con l’osservazione di due importanti strutture dell’atmosfera di Nettuno, di come queste stiano ruotando in modo sincrono con l’interno del pianeta: queste strutture sono la South Polar Feature e la South Polare Wave. Osservando il pianeta dall’esterno, queste compaiono con regolarità ogni 15.9663 ore. “La regolarità osservata, suggerisce che queste strutture siano connesse con la struttura interna del pianeta, in qualche modo che è però ancora da determinare e su cui si possono fare solo ipotesi.” ha spiegato lo scienziato planetario.

Nettuno: strati nuvolosi esterni - Credits: NASA
Nettuno: strati nuvolosi esterni - Credits: NASA

Ancora lo scienziato spiega come si conosca la massa totale di Nettuno ma non come questa sia distribuita. “Se il pianeta ruota più velocemente rispetto a quanto ipotizzato, indica che la massa è più vicina al centro.” Secondo Karkoschka, questi risultati potrebbero cambiare anche i modelli sulla struttura interna dei pianeti. (Fonte: sciencedaily.com)

VARIE ED EVENTUALI. Rassegna di immagini fotografiche per ricordare i momenti più importanti dello Space Shuttle Program.

Per la puntata essere un astronauta, propongo l’intervista a Doug Hurley, pilota dell’ultimo volo dello Shuttle Atlantis – STS 135

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APPUNTAMENTI. Lo sciame delle stelle cadenti di San Lorenzo sarà offuscato dalla Luna.

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Dal Cosmo è tutto…CIELI SERENI

Francesca