IL RITRATTO DELL’OSCURA FAMIGLIA: ENERGIA, MATERIA E FLUSSO!

Più si tenta di comprendere l’Universo, più ci si accorge della sua complessità. Se solo pensiamo che il 4,9% dell’Universo si mostra a noi sotto forma di materia barionica (la materia visibile di cui anche noi siamo fatti), possiamo ben comprendere come il Cosmo sia un territorio del tutto inesplorato per l’uomo.

La materia oscura, per esempio, sarebbe quella componente di materia che si troverebbe nell’Universo accanto alla nostra, ma non interagirebbe con la materia “normale” e non emetterebbe nello spettro elettromagnetico. La presenza della materia oscura può essere valutata quando usiamo un ammasso di galassie come lente gravitazionale o quando calcoliamo la massa di una galassia e la sua velocità di rotazione (in quest’ultimo caso, entrambi i valori non corrispondono alla realtà se si considerasse solo la materia barionica).

Vi è poi l’energia oscura, un altro rompicapo scientifico immerso ancora in un mare di ipotesi e speculazioni teoriche. Secondo le considerazioni più accreditare, l’energia oscura si contrappone alla forza di gravità ed essendo la componente predominante dell’Universo, potrebbe essere anche la responsabile della sua espansione.

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A completare il quadro del ritratto delle oscurità presenti nel Cosmo, da qualche anno c’è la new entry del flusso oscuro. Le galassie si stanno allontanando l’una dall’altra a causa di espansione dell’Universo, che è un concetto di fatto consolidato. Gli astronomi, però, hanno anche osservato che gli ammassi di galassie stessi sono in continuo movimento e paiono convergere verso un punto presente nella costellazione australe del Centauro e Hydra. Gli astronomi non hanno idea che cosa stia causando questo misterioso movimento degli ammassi di galassie, la fonte di questa attrazione è del tutto sconosciuta perchè non si trova nell’Universo osservabile; hanno solo potuto constatare la presenza di questo “Flow Dark” (flusso oscuro).

In questa immagine si evidenziano 4 ammassi di galassie e il punto in cui stanno convergendo -  Credits: NASA / Goddard / A. Kashlinsky
In questa immagine si evidenziano 4 ammassi di galassie e il punto in cui stanno convergendo –
Credits: NASA / Goddard / A. Kashlinsky

La ricerca condotta da Alexander Kashlinsky della NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, si basa sullo studio del moto di estesi ammassi di galassie che sono presenti a distanze molto grandi che vanno dai cento milioni di anni luce a 6 miliardi di anni luce. Evidenze indicano che gli ammassi di galassie si stanno dirigendo verso un punto preciso con la tremenda velocità 3218688 km/h  lungo la linea che unisce la Terra e la costellazione Hydra. La cosa incredibile è che questo movimento è indipendente dall’espansione dell’Universo.

La direzione del movimento non è ancora certa però: “Rileviamo movimento lungo questo asse, ma in questo momento i nostri dati non possono affermare come invece vorremmo, che gli ammassi di galassie si stanno allontanando o avvicinando lungo la nostra visuale”, ha specificato Kashlinsky.

Il flusso oscuro è qualcosa di davvero misterioso a causa dell’attuale distribuzione di massa nel nostro Universo  che non tiene conto di questa presenza, e ne indica quindi una sorgente esterna al di fuori del nostro Universo che potrebbe influenzare e spazzare la materia. Questi risultati scioccanti sono stati ottenuti grazie allo studio della radiazione cosmica di fondo (CMB), radiazione che si crede sia stata emessa 380 mila anni dopo la nascita dell’Universo.

La CMB pervade l’intero Cosmo e lo studio delle fluttuazioni dovute all’interazione tra CMB e ammasso di galassie fornisce informazioni sul moto degli ammassi di galassie stessi. I raggi X che emettono i gas caldi delle galassie, disperde i fotoni della CMB che determina la diminuzione della temperatura della CMB stessa, nella direzione della galassia. Questo è chiamato effetto cinematico Sunyaev-Zel’dovich (KSZ). La misurazione della lunghezza d’onda del fotone disperso può essere usato per calcolare la velocità e la direzione di movimento del cluster. Il cambiamento di temperatura del CMB causato da un ammasso è trascurabile e non può essere rilevato facilmente. Nel 2000 Kashlinsky, insieme a Fernando Atrio-Barandela dell’Università di Salamanca, in Spagna hanno dimostrato che il rumore dei segnali può essere rimosso se si studiano un gran numero di ammassi di galassie. Nel 2008, la ricerca si era concentrata su un catalogo di circa 700 ammassi di galassie utilizzando il metodo suggerito sopra e questo misterioso movimento degli ammassi è stato notato per la prima volta, dopo 3 anni di misurazioni con (WMAP) della NASA.

Superammassi di galassie in un raggio di 500 mln di al da noi - Copyright degli aventi diritto
Superammassi di galassie in un raggio di 500 mln di al da noi – Copyright degli aventi diritto

Un altro dato della ricerca ci dice che la velocità degli ammassi di galassie non diminuisce con la distanza, ma resta costante per ogni ammasso di galassie compreso fra i 100 milioni e i 2,5 miliardi di anni luce di distanza. Secondo Kashlinsky, il flusso oscuro potrebbe essere una conseguenza di un’interazione con un Universo accanto al nostro. Ciò significherebbe che il nostro è uno degli Universi possibili e che potrebbe interagire con uno degli Universi accanto al nostro che perturberebbe così il moto della materia nel nostro Cosmo.

(Fonte: cosmosup.com )

Varie ed eventuali.

1. Le molecole misteriose della nostra galassia. Note fin dal 1922, quando vennero scoperte dalla scienziata Mary Lea Heger, sono ancora sotto molti aspetti, un grande enigma dei nostri tempi. La loro diffusione pare essere omogenea in tutte le direzioni della nostra galassia e non essere associate a nessuno spettro stellare noto. Calcoli sulla provenienza della riga di assorbimento e l’effetto Doppler, ci confermano che sono molecole che stazionano nel mezzo interstellare. Il loro acronimo DIB ci conferma la loro natura: Diffuse Interstellar Bands.

mappa DIP

La mappa che è riportata qui sopra, è stata portata avanti dagli astronomi che partecipano al progetto di catalogazione del Sloan Digital Sky Survey (SDSS). Uno dei problemi maggiori dell’astrofisica è determinare la natura del materiale che assorbe l’emissione. Le molecole che si pensa siano ottimi canditati per spiegare i DIB sono, ad esempio, gli idrocarburi policiclici aromatici e i fullureni.

Impronte molecolari di una DIB - Copyright delgi aventi diritto
Impronte molecolari di una DIB – Copyright degli aventi diritto

“Questi risultati guideranno i ricercatori verso le migliori osservazioni ed esperimenti di laboratorio per definire le proprietà e la natura di queste molecole enigmatiche” dice Ting-Wen Lan dalla Johns Hopkins University.

“Per la prima volta, possiamo vedere come queste molecole misteriose si muovono intorno alla galassia” ha detto Gail Zasowski, un altro astronomo della John Hopkins University. “Questo è estremamente utile e porta nuove connessioni tra queste molecole e le dinamiche della Via Lattea.”

(Fonte: astronomy.com )

2. Allarme a bordo della ISS. Il 14 gennaio 2015 è scattato l’allarme per presunta contaminazione atmosferica da ammoniaca a bordo della Stazione Spaziale nel segmento americano. Il gruppo di astronauti è stato spostato nel segmento russo. Pare che si sia trattato di un falso allarme, dovuto a un malfunzionamento dei sensori di bordo. Vi propongo qui uno stralcio della conversazione fra il comandante della ISS Barry “Butch” Wilmore e il controllo di Houston, sapientemente tradotto dal team di AstronautiNews:

[B] – Houston, avanti.

[H] – Ehi Butch, nessun cambiamento allo step di cui discutevamo prima, a proposito del circuito Bravo, i circuiti LTL, e la perdita, e tutta quella roba di cui abbiamo parlato. Stiamo ancora procedendo con cautela con gli spegnimenti. Ci sono diverse cose che abbiamo deciso di non spegnere, che teniamo su. Abbiamo anche evitato di svuotare il circuito Bravo, dato che si tratta di un passo irreversibile (cioè lo svuotamento nello spazio del contenuto in ammoniaca del circuito di raffreddamento B della ISS, ndr).
Quindi, la situazione generale è questa: stiamo ancora cercando di capire cosa sia successo. Non siamo del tutto convinti che si tratti di una vera perdita di ammoniaca, come avrai già capito dal fatto che abbiamo iniziato (ad applicare certe procedure, ndr), poi ci siamo fermati, e poi ricominciato da capo.
Potrebbe esserci la possibilità che si tratti di una combinazione di sensori difettosi, di un fallimento parziale dell’MDM (computer che si occupano di ricevere la telemetria dai trasduttori e di girarla ai computer principali, ndr) e di effetti termici, che tutti insieme e nell’ordine sbagliato hanno fatto sembrare questa cosa una classica perdita di ammoniaca.
In sostanza, abbiamo qui tutti gli esperti ora, e stanno analizzando i dati. Abbiamo tutti i cervelloni che stanno dando un’occhiata e stiamo cercando di capire cosa sta succedendo. In questo momento il dP/dT (derivata prima della pressione rispetto al tempo, in altre parole la misura di eventuali variazioni della pressione atmosferica interna alla ISS, ndr) è ancora molto stabile. A volte sembra esserci un lieve incremento ma di certo non cresce velocemente. Abbiamo almeno un altro giorno buono prima che i livelli si avvicinino a qualunque limite che richieda uno scarico della pressione, o qualcosa di simile.

Quindi restiamo nella configurazione attuale; qui sono arrivati tutti e stanno discutendo dei dati (di telemetria, ndr), dissezionando questa cosa e cercando di capire esattamente cosa sia successo.

[B] – Mille grazie per questo riassunto, lo apprezziamo molto. Restiamo in attesa e se possiamo fare qualcosa puoi contare su di noi. Grazie ancora.

[H] – Sì, vorremmo aver qualcosa in più da farvi fare ragazzi, ma per ora nulla, quindi, godetevi il vostro giorno libero a sorpresa. Vi terremo informati non appena avremo capito bene questa storia. Come ho detto, la buona notizia in questo momento è che non siamo del tutto convinti che abbiamo davvero avuto il grave problema di cui sembravamo avere indicazione. Chiaramente abbiamo fatto la cosa giusta visti i segnali che avevamo, ma stiamo ancora cercando di capire la reale natura di questo evento.

Dal Cosmo è tutto…CIELI SERENI.

Francesca