L’ACQUA DI MARTE

Dal momento in cui Curiosity (uno dei rover della NASA su Marte) ha messo piede sul quarto pianeta del Sistema Solare, ci si aspettava alcune risposte a molte delle importanti domande. Come sempre in questi casi, le domande sono aumentate, ma sono per altri versi arrivati anche le conferme che si attendevano da tempo.

E’ anni che ci si interroga sulla passata presenza di acqua sul pianeta rosso, ora le prove cominciano ad accumularsi e si è sempre più orientati verso un’idea di Marte ricoperto di acqua in un lontano passato, piuttosto che Marte simile a un deserto da sempre.

Mentre ancora si sta lavorando per cercare tracce di vita sul quarto pianeta e nulla fino a ora ci ha dato la possibilità di confermare questa eventualità, è invece sempre più accreditata la teoria che in passato Marte possedesse una vasta rete idrica naturale che lo abbia profondamente modellato sulla superficie fino a farlo apparire come lo vediamo noi oggi: con alcuni crateri (e non tutti da impatto) che ospitavano laghi e poi canali, depressioni, canyon e mari.

Curiosity si trova nel cratere Gale e da circa due mesi sta analizzando il monte Sharp che si trova all’interno del cratere stesso. Con buona probabilità, questo monte si è formato grazie alla sedimentazione del materiale che era contenuto nel lago ospitato da Gale.

Ricostruzione del cratere Gale quando era un lago. - Credits: NASA/JPL-Caltech/ESA/DLR/ FU Berlin/MSSS
Ricostruzione del cratere Gale quando era un lago. – Credits: NASA/JPL-Caltech/ESA/DLR/ FU Berlin/MSSS

John Grotzinger del Caltech di Pasadena ha detto: “Dove oggi c’è il monte Sharp, potrebbe esserci stata una serie di laghi. Più Curiosity avanza nella sua esplorazione, più avremo indizi su come l’atmosfera, l’acqua e i sedimenti hanno interagito fra loro. Potremo capire anche come la chimica abbia cambiato i laghi nel tempo. Questa è un’ipotesi sostenuta da ciò che abbiamo osservato finora e che fornisce un quadro di riferimento per il prossimo anno.”

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetto" nel banner

Continuando lo studio di questo cratere, Ashwin Vasavada (che lavora al progetto Curiosity presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA) ha detto che la squadra è: “Sicura di stare lentamente imparando a conoscere la storia antica di Marte, il suo cambiamento climatico e la capacità di Marte di sostenere la vita.”

Pochi mesi fa, quando Curiosity era ancora a qualche chilometro di distanza da Aeolis Mons, il team scientifico ha iniziato a notare differenze sulle rocce fra le varie immagini prese dal rover. Sulle pendici inclinate si notano letti di fiumi con pietra arenaria esposta a sud in direzione della montagna. I geologi planetari hanno concluso che questi antichi letti inclinati di arenaria, dovevano formare ruscelli ora svuotati che andavano ad alimentare il lago o i laghi all’interno di Gale.

Schema di come il cratere Gale veniva alimentato d'acqua - Ricostruzione del cratere Gale quando era un lago. - Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS/Imperial College
Schema di come il cratere Gale veniva alimentato d’acqua – Ricostruzione del cratere Gale quando era un lago. – Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS/Imperial College

I sedimenti trasportati dal flusso acqua, quando entrano in un bacino, formano una parete inclinata che avanza lentamente in avanti e il sedimento continua a scendere.

Nel settembre di quest’anno 2014, quando Curiosity arrivò alle rocce che formano la base di Aeolis Mons e precisamente nella regione chiamata “Kimberley“, i ricercatori hanno visto un nuovo tipo di roccia che si forma quando minuscole particelle di sedimenti si depositano lentamente dentro un lago, formando fango sul fondo. Gli strati con il quale si sono depositati, suggeriscono che tutto il sistema stava attraversando cicli di cambiamento climatico.

Regione Kimberly - I depositi di arenaria dei piccoli delta dei fiumi del craterel Gale - Credit: NASA/ JPL Caltech/ MSSS
Regione Kimberly – I depositi di arenaria dei piccoli delta dei fiumi del craterel Gale – Credit: NASA/ JPL Caltech/ MSSS

In un arco di forse milioni di anni, l’acqua ha alimentato il lago dal bordo settentrionale del cratere Gale scorrendo verso il centro e portando i sedimenti che lentamente hanno dato forma agli strati più bassi del monte Sharp. Quando l’afflusso d’acqua nel lago smise, i sedimenti avevano riempito il bacino di almeno un centinaio di metri; con il tempo, questi si indurirono, esposti ai venti del pianeta.

Rregione Kimberly Strati di roccia sedimentaria - Credits: NASA /JPL Caltech / MSSS
Rregione Kimberly Strati di roccia sedimentaria – Credits: NASA /JPL Caltech / MSSS

Nei prossimi mesi, Curiosity continuerà i suoi scavi nei pressi di Aeolis Mons, al fine di confermare le ipotesi di formazione della zona, verrà analizzata anche la composizione chimica delle rocce per verificare che la chimica dell’acqua presente nel bacino idrico, fosse idonea a sostenere una vita microbiotica.

(Fonte: universetoday.com)

Varie ed eventuali.

1. Sveglia New Horizons.

Dopo Rosetta, un’altra bella addormentata dello spazio riprende vita: la New Horizons; sonda che sta lentamente avvicinandosi a Plutone e che ci mostrerà il nano pianeta in tutta la sua bellezza. Nella fase di avvicinamento (previsto intorno al 6 di gennaio 2015), la sonda potrà già fotografare nel suo insieme il sistema Plutoniano con i suoi satelliti e capire se ce ne sono altri ancora non osservati e se possiede anelli. Il massimo avvicinamento a Plutone sarà nell’estate 2015, in cui New Horizons passerà a soli 13700 km dalla superficie. In questa occasione ci saranno dei sorvoli anche sulle maggiori lune di Plutone: Caronte, Hydra e Nyx. per l’anno successivo (il 2016), la sonda dovrebbe preparasi a intraprendere il suo viaggio per la fascia di Kuiper, quella zona trans nettuniana che è fucina di comete e asteroidi formatisi agli albori del Sistema Solare.

Plutone - Schema di avvicinamento della sonda al sistema Plutoniano - Credits: The Planetary Society
Plutone – Schema di avvicinamento della sonda al sistema Plutoniano – Credits: The Planetary Society

(Fonte: astronautinews.it )

2. La sonda Dawn si avvicina a Cerere.

Un’altra sonda si sta approcciando a una altro corpo celeste: Dawn che ha già visitato Vesta nel 2013, sta lentamente avvicinandosi alla sua prossima meta: il corpo più grande della fascia principale degli asteroidi che si trova fra Marte e Giove: Cerere. L’immagine qui sotto proposta, è stata scattata dalla sonda a una distanza di 1,2 milioni di km.

Cerere - Foto del nano pianeta presa dalla sonda Dawn alla distanza di 1,2 milioni di km - Credit: NASA-JPL-Caltech-UCLA-MPS-DLR-IDA
Cerere – Foto del nano pianeta presa dalla sonda Dawn alla distanza di 1,2 milioni di km – Credit: NASA-JPL Caltech-UCLA-MPS-DLR-IDA

La fase di avvicinamento inizierà il 26 dicembre e l’arrivo attorno a Cerere è previsto per marzo 2015; Dawn allora potrà fornire immagini ad alta risoluzione di questo corpo così misterioso e inesplorato; ci si attende da Dawn lo stesso meraviglioso dossier fotografico che ci ha fornito per Vesta nei 14 mesi di monitoraggio del protopianeta.

(Fonte: dawn.jpl.nasa.gov)

Dal Cosmo è tutto…Cieli Sereni

Francesca