ASTRONAUTI ITALIANI: FRANCO MALERBA – SCONTRO FRA ASTEROIDI – LE ORIONIDI A OTTOBRE

Ecco la “biografia” del terzo dei nostri astronauti: Franco Malerba! ………sia ben inteso non in ordine di importanza!!! Al contrario: Malerba è stato IL PRIMO ASTRONAUTA ITALIANO AD ANDARE NELLO SPAZIO!

Franco Malerba - Credits: NASA
Franco Malerba – Credits: NASA

Malerba è nato a Busalla (GE) il 10 ottobre 1946. Ha conseguito la maturità classica nel 1965 e nel 1970 ha preso la laurea in ingegneria elettronica presso l’Università di Genova; nel 1974 ha conseguito il dottorato in fisica (con specializzazione in biofisica), sempre presso l’Università di Genova. In entrambi i dottorati ha conseguito il 110 e lode. Dal 1970 in poi, ha lavorato presso il CNR e al National Institutes of Health (USA); è stato assistente al Centro di Ricerca Nato Saclant (La Spezia). Nel 1973 ha conseguito al College Park di Washington DC, il Private Pilot License (e in Italia ha ottenuto la stessa licenza). Nel 1977 l’ESA lo scelse come uno dei quattro Payload Specialist europei per la missione Spacelab (messo in orbita nel 1983).

La crew della STS 46 navetta Atlantis posa per la foto di rito. Fra loro anche il nostro Franco Malerba - Credits: NASA
La crew della STS 46 navetta Atlantis posa per la foto di rito. Fra loro anche il nostro Franco Malerba – Credits: NASA

La chiamata della NASA arriva nel 1989, dove viene selezionato dalla ASI e dall’agenzia americana, per la messa in orbita del satellite Tethered Satellite System (TSS1). Malerba sarà il primo italiano a volare nello spazio!!!! Ricordo che da terra, c’era un altro italiano che coordinava la messa in orbita di TSS con la qualifica di Specialista di Carico Utile, cioè Umberto Guidoni.

Ecco la semplice e chiara spiegazione del funzionamento di TSS, così come riportato nel sito di Franco Malerba: “Il satellite Tethered è stato sviluppato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e il dispositivo di lancio dalla NASA (National Aeronautics and Space Administration). La strumentazione scientifica sul satellite e nella stiva dello Shuttle è stata progettata e realizzata da università e centri di ricerca con finanziamenti della NASA e dell’ASI. Durante il volo inaugurale il satellite Tethered, attaccato ad un cavetto elettrico, doveva essere lanciato fuori dalla stiva e “filato” come un aquilone fino a venti chilometri sopra allo Shuttle in volo orbitale a 300 chilometri. Dopo un periodo di volo di circa quindici ore in questa formazione, il satellite doveva essere riportato nella stiva ricuperando il filo.Il sistema a filo può creare differenze di potenziale elettrico fino a 5.000 volt tra il satellite e lo Shuttle, le due estremità del filo conduttore, che si sposta attraverso il campo magnetico terrestre alla velocità di 26.000 chilometri all’ora. La strumentazione scientifica del satellite e dello Shuttle misura questi fenomeni elettromagnetici e fornisce informazione sui meccanismi di raccolta di cariche da parte di corpi ad elevato potenziale elettrico nello spazio.

La navetta Atlantis partì da Cape Canaveral il 31 luglio 1992 e tornò a terra l’8 agosto 1992 dopo avere percorso 5.344.643 km e aver completato con successo la missione con la perfetta riuscita dell’esperimento legato a TSS1. A questo link potete trovare il video della partenza e dell’atterraggio della navetta Atlantis STS 46. Nel 1994 fino al 1999 Malerba è stato eletto nel Parlamento Europeo nelle file del Partito Popolare Europeo; nel 1997 è stato eletto come Consigliere Comunale al Comune di Genova. Ha scritto un libro e collabora come articolista sui giornali il Secolo XIX e La Stampa.

Come per Guidoni, anche a Malerba è stato dedicato un asteroide, il 1996 CX7 ovvero 9897 Malerba! (Fonte: wikipedia)

Franco Malerba durante la STS 46 - Credits: NASA
Franco Malerba durante la STS 46 – Credits: NASA

Non ci sono più gli asteroidi di una volta!!!

Lo potremmo definire un crash-test spaziale, in cui, per la prima volta, è stato osservato (del tutto casualmente, come spesso accade per i fenomeni spaziali) lo scontro fra due asteroidi del nostro Sistema Solare.

Lasteroide P/2010 A2 durante limpatto con un altro asteroide - Credits: NASA-ESA-HUBBLE
L’asteroide P/2010 A2 durante l’impatto con un altro asteroide – Credits: NASA-ESA-HUBBLE

Uno dei due asteroidi implicati nello scontro era già noto alla comunità scientifica con il nome di P/2010 A2, mentre il malcapitato dall’altra parte era un perfetto sconosciuto. Tutto cominciò una notte di gennaio di quest’anno 2010, in cui gli astronomi notano durante un’osservazione, un corpo che apparentemente assomiglia a una cometa, ma che nel particolare ha qualcosa di strano. Ci si accorge subito che, benchè ci sia una coda come nelle comete, il nucleo è al quanto diverso da quello osservato in tutte le comete che hanno bazzicato dalle nostre parti! Nella zona del nucleo è presente una X, che mal si confà a una cometa per bene!!! Il grandissimo Telescopio Spaziale Hubble ha subito puntato per quanche mese i suoi occhi sull’evento e il risultato è quella sequenza di foto che potete vede qui sopra!

A questa pagina, potete trovare un’animazione dell’evento!

Non è, come si potrebbe pensare, un evento così raro: la stima ci dice che eventi del genere capitano almeno una volta all’anno! E’ comunque straordinario il fatto di averlo potuto osservare, ma non solo nell’atto dell’accaduto, ma anche di poter continuare dopo a monitorare l’evento con precisione; questo ci permette di poter trarre dati utili alla comprensione e alla dinamica del Sistema Solare nella sua evoluzione (passata e futura). Jessica Agarwal, ricercatrice dell’ESA in Olanda ha detto: “Il nucleo sembrava staccato dalla nuvola di polvere e s’intravedevano intricate strutture”; mentre David Jewitt della University of California di Los Angeles, a capo delle osservazioni di Hubble e primo autore della ricerca, ha specificato “Pensavamo fosse appena successo!! Ci aspettavamo che i detriti si espandessero in modo drammatico, come le schegge che volano dopo il lancio di una bomba a mano. Ma è andata diversamente. Abbiamo visto che l’oggetto si espande molto lentamente.”

Asteroide P/2010 A2 durante limpatto - Credits: NASA/ESA/HUBBLE
Asteroide P/2010 A2 durante l’impatto. Il punto luminoso davanti alla X è ciò che resta di P/2010 A2 dopo lo scontro – Credits: NASA/ESA/HUBBLE

Secondo i calcoli, il tutto sarebbe avvenuto un anno prima (fra febbraio e marzo 2009), in cui il povero P/2010 A2 sarebbe andato a cozzare contro un altro asteroide non classificato (ma di cui è stato stimato il diametro in qualche metro e non più) alla sorprendente velocità di 18.000 km/h!!!! “Queste osservazioni sono importanti perché ci aiutano a sapere da dove viene tutta la polvere che pervade il Sistema Solare e quanta parte di questa è da imputare all’impatto di asteroidi”, ha spiegato Jewitt. “Catturare le collisioni di asteroidi è difficile perché gli impatti maggiori sono rari, mentre quelli più piccoli sono quasi invisibili”…fino a ora!! Infatti sono in arrivo nuove generazioni di telescopi che aiuteranno proprio a scovare queste “microcollisioni” che non daranno lo spettacolo che ha dato P/2010 A2. La coda è passata da una lunghezza di 50.000 km a 85.000 km in soli 5 mesi! (Fonte: media.inaf.it)

Pioggia di stelle cadenti il 21 ottobre, ma la Luna ci mette lo zampino!

Il giorno 21 ottobre si darà il via alle danze delle Orionidi, una sciame meteorico che avrà come radiante la Costellazione di Orione (Sud/Est della volta celeste poco dopo la mezzanotte). Questo sciame si è formato  durante i passaggi della Cometa di Halley; la Terra, che ne interseca la zona di passaggio, “raccatta” la polvere persa dalla Cometa durante i suoi vagabondaggi per il Sistema Solare e nel ricadere sul nostro pianeta, i granelli di polvere si trasformano in quello che il credo popolare chiama “stelle cadenti “. Purtroppo a romperci le uova nel paniere dell’osservazione, ci sarà la Luna che il 23 ottobre sarà piena, quindi renderà meno affascinate, se non del tutto anonimo l’evento. Ci si potrà eventualmente consolare cercando con un binocolo la Hartley 2 che quel giorno passerà nel suo punto più vicino alla Terra. Punto di rendez vous con la Hartley2 è ora nella Costellazione dell’Auriga; il perielio per questa cometa è previsto per il 28 ottobre. Ricordo però che la Hartley2 sta dando ben poco spettacolo di se!!! (Fonte: media.inaf.it)

Lo schema delle Orionidi - Copyright degli aventi diritto
Lo schema delle Orionidi – Copyright degli aventi diritto

Dal Cosmo è tutto…………..

Francesca

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