GLI ANTICHI OCEANI DI MARTE

Secondo un recente studio, gli oceani di Marte potrebbero essere comparsi prima di quanto si pensasse. Tutta colpa del più grande complesso vulcanico del Sistema Solare: Tharsis!

La regione a confronto nelle due immagni di Marte – Credito immagini di Robert Citron, UC Berkeley

 

Anche se ora Marte è freddo e secco, ci sono prove diffuse che gli oceani coprivano una parte della superficie del Pianeta Rosso.

Ricerche precedenti hanno trovato segni di antiche coste che fiancheggiavano le pianure settentrionali di Marte per migliaia di chilometri. Tuttavia, si sono evidenziati i litorali (che generalmente tracciano una linea di superficie a livello del mare per lo più costante) ad altezze differenti. Queste caratteristiche marziane sono molto irregolari, “di diversa altezza fino a diversi chilometri“, ha detto a Space.com l’autore principale dello studio Robert Citron, astronomo del  planetario dell’Università della California, Berkeley.

Ricerche precedenti hanno suggerito che le variazioni di queste coste potrebbero essersi verificate dopo la formazione di Tharsis, una regione di  4.800 chilometri di larghezza che contiene i più grandi vulcani del Sistema Solare. La creazione di una “provincia vulcanica” con la massa di Tharsis, avrebbe potuto spostare l’asse su cui gira Marte, spiegando così le variazioni di elevazione del litorale. La variazione dell’asse marziano ha portato  la superficie del pianeta a ruotare di un angolo tra i 20 e i 25 gradi in un periodo di tempo compreso tra 3 e 3.5 miliardi di anni fa.

La regione di Tharsis

I ricercatori suggeriscono che la regione di Tharsis potrebbe aiutare a spiegare le coste irregolari di Marte se gli oceani sul Pianeta Rosso si fossero formate prima e/o durante il periodo in cui Tharsis è “nato”, cioè circa 3,7 miliardi di anni fa, anziché in un periodo più recente, come precedentemente ipotizzato. Questo nuovo modello suggerisce che, gli oceani su Marte, si siano formati centinaia di milioni di anni prima di quanto si pensasse.

Gli scienziati hanno utilizzato ciò che una ricerca precedente suggeriva con la nascita del primo oceano di Marte chiamato Arabia, nonché un oceano successivo, chiamato Deuteronilus. Successivamente hanno calcolato gli effetti della crescita della regione di Tharsis su questi oceani.

Gli scienziati hanno scoperto che, se Arabia avesse iniziato a formarsi su Marte almeno 4 miliardi di anni fa, durante il primo 20% della crescita di Tharsis, la zona vulcanica avrebbe potuto deformare il litorale dell’oceano nel corso del tempo. Allo stesso modo, le irregolarità viste nel litorale di Deuteronilus potrebbero essere spiegate durante l’ultima crescita del 17% di Tharsis, circa 3,6 miliardi di anni fa.

“La massiccia formazione di Tharsis potrebbe spiegare perché queste coste hanno visto un cambiamento così radicale del livello della superficie degli oceani sui litorali.”, ha detto Citron.

La gigantesca cupola vulcanica di Tharsis ha iniziato a formarsi oltre 3.7 miliardi di anni fa, a una latitudine di circa 20 gradi nord. L’attività vulcanica è poi proseguita per diverse centinaia di milioni di anni, formando un altopiano di oltre 5 mila km di diametro, con uno spessore di circa 12 km e una massa di un miliardo di miliardi di tonnellate (1/70 della massa della Luna). Un “contrappeso” così massiccio da causare, come si è detto, lo scivolamento del mantello fuso e della sovrastante crosta di Marte. Il risultato finale è stato che l’altopiano di Tharsis si è spostato all’equatore, dove ha trovato la sua nuova posizione di equilibrio. Va ben compreso che non è stato l’asse di rotazione di Marte a cambiare inclinazione, quanto piuttosto gli strati più esterni del pianeta che hanno ruotato rispetto al nucleo interno, come se la polpa di un’albicocca ruotasse attorno al nocciolo del frutto. Un fenomeno, questo, che era stato previsto teoricamente, ma mai dimostrato.” Spiega Stefano Parisini dell’INAF.

Una nuova cronologia per Marte – Credits: Sylvain Bouley CNRS

Inoltre, queste scoperte suggeriscono che gli oceani sull’antico Marte fossero meno profondi di quanto si pensasse in precedenza. Se i mari si fossero riempiti prima che la regione di Tharsis si fosse completamente formata – e quindi non avesse deformato troppo la crosta del pianeta rosso – avrebbero mantenuto circa la metà dell’acqua delle stime precedenti.

Gli scienziati hanno anche suggerito che le eruzioni vulcaniche che hanno creato Tharsis, hanno anche generato canali che permettevano all’acqua di riempire le pianure settentrionali. Questo spiegherebbe le reti vallesane viste su Marte.

Con molta probabilità, Tharsis ha vomitato gas nell’atmosfera che ha creato un riscaldamento globale o un effetto serra“, ha detto l’autore dello studio Michael Manga, anch’egli dell’UC Berkeley, aggiungendo “Questo potrebbe aver permesso all’acqua liquida di esistere sulla superficie marziana“.

Per testare ulteriormente questi risultati, è necessaria una mappatura e datazione più precisa di Tharsis e di questi antichi litorali“, ha detto Citron.

Il lander della NASA, InSight (Interior Exploration Using Sismic Investigations, Geodesy and Heat Transport), partito oggi 5 maggio 2018, posizionerà un sismometro in superficie per sondare l’interno del pianeta rosso.

Rappresentazione artistica del lander InSight – Credits: NASA/JPL-Caltech

InSight potrebbe potenzialmente rilevare la presenza di acqua ghiacciata sotto la superficie, che potrebbe essere un residuo di un oceano passato“, ha detto Citron.

Gli scienziati hanno pubblicato i loro risultati online, il 19 marzo 2018 sulla rivista Nature.

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(Fonti: space.com – media.inaf.it )